I Fondaci

I fondaci rappresentano l’ossatura portante dell’organizzazione delle “aziende” di Francesco di Marco Datini: è bene quindi conoscerne la genesi, la storia e le maggiori attività che in essi si svolgevano.

 

Fondaco di Avignone

Datini risulta socio di minoranza nella compagnia “Niccolò di Bernardo e Francesco di Marco Datini” dal 1363 al 1364 (con scritture fino al 1370); quindi socio di minoranza nella compagnia con Tuccio Lambertucci dal 1365 al 1367 (con scritture fino al 1369); segue, dal 1367 al 1373, la compagnia “Toro di Berto, Francesco di Marco Datini e Tuccio Lambertucci nell’arte delle merci”…

Dal 1373 al 1382 impianta un’azienda individuale “nel mestiere delle merci”. Dal 1376 al 1379 si trova operante anche un’associazione in partecipazione “Francesco di Marco Datini e Nastagio di ser Tommaso nella ragione del sale”. Dopo il suo rientro in patria, nel 1382, affida l’azienda avignonese alla direzione di Boninsegna di Matteo, che la tiene fino alla sua morte, avvenuta il 27.12. 1397. In questo periodo il Datini opera in compagnia con i seguenti soci: Boninsegna di Matteo e Tieri di Benci (1382-1385); Boninsegna di Matteo, Tieri di Benci e Andrea di Bartolomeo (1386-1392); Boninsegna di Matteo (fino alla sua morte) e Tieri di Benci (1393-1401); Tieri di Benci e Tommaso di ser Giovanni (1401-1410, con scritture fino al 1412). Dopo la morte di Datini la compagnia opera sotto i nomi di Tieri di Benci e Tommaso di ser Giovanni (dal 1411 al 1416).
Sulla piazza di Avignone operano anche, con propri agenti, la compagnia Francesco di Marco Datini e compagni di Pisa (1384-86) e la compagnia Francesco di Marco Datini e compagni di Firenze (dal 1388 al 1394), nonchè l’associazione in partecipazione “Francesco di Marco Datini e Domenico di Cambio nel traffico veli” (dal 1388 al 1402), che aveva la sua sede a Firenze.
Altre aziende che hanno rapporto con il fondaco avignonese, e con cui Datini intrattiene rapporti che lasciano nell’Archivio una traccia documentaria sono: Ruspi Giovanni, erede di Arnaldo Ruspi (1364-1367); Bonaccorso di Vanni (1376-1377, con scritture fino al 1382); Tedaldi Lorenzo di Buto (1382-1399); compagnia Francesco di Matteo Benini e Niccolaio di Bonaccorso (1391-1396) e l’Eredità di Boninsegna di Matteo (1382-1402).

 

Fondaco di Prato

Nel fondaco di Prato l’amministrazione dell’azienda domestico patrimoniale si intreccia con l’attività finanziario-mercantile: i libri di questa gestione “mista” li troviamo pertanto attribuiti all’ “Azienda domestico patrimoniale e azienda mercantile Francesco di Marco Datini” (1372-1410). A “Francesco di Marco Datini proprio in Pistoia” si riferiscono invece i libri tenuti durante il suo soggiorno a Pistoia a causa della peste (1390-1391).

A Prato Francesco Datini dà avvio anche ad un’attività industriale, appoggiandosi sul tutore Piero di Giunta del Rosso e i suoi figli Agnolo e Niccolò, tutti lanaioli. Troviamo dunque attive tre compagnie di arte della lana i cui soci sono: Piero di Giunta del Rosso e Francesco di Matteo Bellandi (“Piero di Giunta del Rosso, Francesco di Matteo Bellandi e Francesco di Marco Datini per la fornitura delle lane”, dal 1384 al 1387), Niccolò di Piero di Giunta del Rosso (“Compagnia Francesco di Marco Datini e Niccolò di Piero di Giunta del Rosso” dal 1391 al 1395), e Agnolo di Niccolò di Piero di Giunta del Rosso (“Compagnia Francesco di Marco Datini e Agnolo di Niccolò di Piero di Giunta del Rosso”, dal 1396 al 1399). A queste si affianca, dal 1395, una compagnia di arte della tinta in società con Niccolò di Piero di Giunta del Rosso, già precedentemente impegnato in quest’arte (cfr. “Compagnie industriali di arte della tinta Niccolò di Piero di Giunta del Rosso”, 1384-1400)
Alcune operazioni industriali, il cui committente è la compagnia Datini di Firenze, vengono svolte attraverso l’ “associazione in partecipazione Stoldo di Lorenzo e Nofri di Michele di Mato lanaiolo, per la compagnia Datini di Firenze” (1391-1394).
Nel fondaco pratese si rinvengono anche i libri di aziende industriali precedenti o contemporanee a quelle datiniane, cui partecipano gli stessi lanaioli e tintori che entrano in società con Datini: pur con qualche difficoltà, dovuta ad una tenuta non sempre chiara dei libri, sono state identificate le seguenti aziende:
Compagnie industriali di arte della lana Piero di Giunta del Rosso, in società con Francesco di Matteo Bellandi (1379-1387);
Compagnia del purgo di Niccolò di Piero di Giunta del Rosso, Francesco di Michele e Francesco di Simone (1390-1392)
Compagnia Niccolò di Piero di Giunta del Rosso e Giusto di Agostino di Bonfigliolo (1391-1393)

Un’altra attività pratese è quella dell’appalto delle gabelle, per cui troviamo la “Gabella del macello Francesco di Marco Datini e Nofri d’Andrea” (1389-1399) e la “Gabella del vino Francesco di Marco Datini e Domenico di Biagio detto Tanfuro” (1389-90)
Nel fondaco di Prato si trovano anche il libro tenuto da Piero di Giunta del Rosso (per l’amministrazione dell’eredità di Francesco di Marco Datini) (1348-1365) e un libro del fattore Monte di Andrea Angiolini (1365-1366).

 

Fondaco di Pisa

Come a Firenze, anche a Pisa Datini opera inizialmente, a partire dal 1383, sotto forma di azienda individuale. Nel 1392 si costituisce la compagnia “Francesco di Marco Datini e Manno d’Albizo degli Agli” i cui soci sono: la compagnia Datini di Firenze e Manno d’Albizo degli Agli (che morirà di peste nel 1400), mentre la compagnia prosegue fino al 1410.
Nel fondaco di Pisa si trovano anche i libri della nave santa Maria della Misericordia padroneggiata per Giovanni Carocci di Pisa (1388-1389); e un libro di Niccolò di Pagnozzo e Simone di Ser Pino (1390-1391).

 

Fondaco di Firenze

Sulla piazza di Firenze Datini opera in un primo tempo, dal 1383, come “azienda individuale”, forma che evolve successivamente in quella della compagnia. Dal 1388 operano infatti le seguenti ragioni sociali: la compagnia Francesco di Marco Datini, Stoldo di Lorenzo e Falduccio di Lombardo (1388-1390, con scritture fino al 1394); e la compagnia Francesco di Marco Datini e Stoldo di Lorenzo (1390-1404, con scritture fino al 1409). Altre aziende che gravitano sulla sede fiorentina sono: l’ “associazione in partecipazione Francesco di Marco Datini e Domenico di Cambio nel traffico dei veli” (1388-1410, con scritture solo fino al 1406); la compagnia Francesco di Marco Datini, Francesco di ser Benozzo Pieri e Luca del Sera (1405-1410, con scritture fino al 1412). Sempre a Firenze Datini impianta la “Compagnia del Banco”, in società con Bartolomeo Cambioni (1398-1401, con scritture fino al 1408), compagnia non mercantile ma totalmente bancaria, che gli antichi ordinatori avevamo erroneamente attribuito al fondaco di Prato. Presso il fondaco di Firenze vengono anche tenuti i libri dell’amministrazione domestico patrimoniale di Francesco di Marco Datini di Firenze.

Sempre al fondaco di Firenze si riferiscono anche i libri tenuti da “Francesco di Marco Datini proprio in Bologna” durante il periodo della peste (1400-1404)

 

Fondaco di Genova

Sul fondaco di Genova opera, a partire dal 1392, una compagnia che ha come soci: la compagnia Datini di Firenze, Andrea di Bonanno e Luca del Sera. Nel 1393 Luca del Sera si trasferisce a Barcellona per aprirvi un fondaco, e dal 1396 esce dalla compagnia.

La compagnia genovese opererà fino al 1401, e verrà chiusa a causa della morte di Andrea di Bonanno, avvenuta nell’epidemia di peste del 1400.
Nel fondaco si conservano anche i libri della precedente compagnia di Andrea di Bonanno di ser Berizo e Ambrogio Boni (1384-1392), rilevata dal Datini nel momento in cui decide di aprire una sede a Genova, e quelli dell’Associazione in partecipazione Nofri di Michele di Mato, lanaiolo, che opera per la compagnia Datini di Firenze (1393-1395)

 

Fondaco di Barcellona

Sulla piazza di Barcellona interviene inizialmente, dal 1393 al 1395, la compagnia Datini di Genova (Francesco di Marco Datini, Andrea di Bonanno e Luca del Sera). Il fondaco di Barcellona viene infatti aperto nel 1393 da Luca del Sera, che lo dirige fino al 1396, quando la direzione passa a Simone di Andrea Bellandi e quindi, dal 1407, a Cristofano di Bartolo Carocci.

Dal 1395 vi opera la compagnia Datini di Firenze (Datini e Stoldo di Lorenzo), in associazione con Luca del Sera, che uscirà dalla compagnia nel 1404 (compagnia Francesco di Marco Datini e Luca del Sera). Altri soci della compagnia Datini saranno, successivamente, Simone di Andrea Bellandi (fino alla sua morte, nel 1406) e Cristoforo di Bartolo Carocci (fino al 1411).
Va notato che i nuclei aziendali catalani (Barcellona, Valenza e Maiorca) si comportano, per quanto riguarda la gestione, come azienda autonome, ma nel momento della determinazione degli utili operano come un’unica “azienda divisa”, con una sede principale e due sedi subalterne: il risultato economico dell’esercizio viene infatti assegnato nella prima fase a Valenza (fino al 1398), quindi sempre a Barcellona (dal 1399 in poi, ad eccezione dell’esercizio 1401-1403, che viene assegnato di nuovo a Valenza).

 

Fondaco di Valenza

Come era avvenuto per quello di Barcellona, anche il fondaco di Valenza viene aperto nel 1393 da Luca del Sera, a nome della compagnia di Genova ( Francesco di Marco Datini, Andrea di Bonanno e Luca del Sera).

Il fondaco sarà diretto dallo stesso Luca del Sera dal 1396 al 1403, quindi da Cristofano di Bartolo Carocci (1405-1406) e da Agnolo di Iacopo. Dal 1396 vi opera la compagnia Datini di Firenze (Datini e Stoldo di Lorenzo), in associazione con Luca del Sera, che uscirà dalla compagnia nel 1404 (compagnia Francesco di Marco Datini e Luca del Sera). Altri soci della compagnia Datini saranno, successivamente, Simone di Andrea Bellandi (fino alla sua morte, nel 1406) Cristoforo di Bartolo Carocci e Niccolò di Giovanni Mazzuoli.
L’azienda di Valenza, pur autonoma nella gestione, per quanto riguarda la  determinazione degli utili, rientra nell’unica “azienda divisa” di Catalogna (si veda quanto detto per Barcellona).

 

Fondaco di Maiorca

Il fondaco di Maiorca viene aperto nel 1395 dalla compagnia genovese Francesco di Marco Datini, Andrea di Bonanno e Luca del Sera. Viene quindi affidato, dal 1396, alla direzione di Cristofano di Bartolo Carocci, che opera anche come socio.

L’azienda di  Maiorca, autonoma per quanto riguarda la gestione, fa parte al momento della determinazione degli utili, dell’ “azienda divisa” di Catalogna (si legga quanto detto per Barcellona).